I limoni nella pittura

I limoni nella pittura. Lo scopo del calendario del cibo non è solo quello di trasmettere ricette della tradizione italiana ma anche quello di interporre il cibo in uno spazio ramificato che va dal puro aspetto gastronomico a quello sociale e culturale. Oggi entriamo nel mondo dell’arte ed in particolare nella pittura cercando di capire come il cibo è stato interpretato da grandi pittori in varie epoche e correnti. Questo interessante argomento è stato affrontato da Maria Teresa Cutrone del blog De Gustibus Itinera e qui potete leggerne l’articolo.

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I riferimenti al cibo nell’arte sono antichi e ricorrenti, immaginate quanto possa essere vasto l’argomento. Possiamo, per esempio partire da un ingrediente e vedere come questo viene rappresentato artisticamente nel trascorrere dei secoli e sotto l’influenza delle diverse correnti. Per esempio pensiamo alla frutta, conosciuta e consumata, fresca o secca, fin dal tempo di greci e dei romani. In epoca cristiana è un alimento comune, molto diffuso consumato sia cotto che crudo a fine pasto. Nel periodo rinascimentale con l’evoluzione dell’apparecchiatura e l’allestimento di sontuosi banchetti la frutta comincia ad essere presentata in raffinate composizioni che, oltre a stuzzicare l’appetito e il gusto, hanno lo scopo di abbellire le tavole.
I cestini ornamentali pieni di frutti colorati e di varie forme diventano fonte di ispirazione per artisti e pittori di varie epoche. Uno dei frutti più ricorrenti nelle rappresentazioni di questo genere è il limone.
I limoni, e gli agrumi in genere, sono presenti nella civiltà occidentale fin dagli albori e da sempre hanno ricevuto una particolare attenzione sia per proprietà organolettiche sia per il loro lato estetico. Originario dell’Asia sud-occidentale, il limone, il cui nome botanico è citrus medica, arriva a Roma intorno al I secolo a.C. Esistono delle rappresentazioni pittoriche di epoca imperiale e tardo imperiale che ne dimostrano la conoscenza: gli affreschi ritrovati nella casa del frutteto di Pompei, alcuni mosaici rinvenuti in una villa romana nei pressi di Cartagine e gli affreschi di notevole valore staccati dalla Villa di Livia a Prima Porta e conservati al Museo Nazionale Romano datati I secolo a.C.

Affresco di Giardino, Museo Nazionale Romano
Affresco di Giardino, Museo Nazionale Romano

Con la caduta dell’impero Romano i limoni vengono messi da parte per un poi ritornare in auge nel periodo delle conquiste da parte degli Arabi, in particolare in Sicilia e Spagna, dove il clima caldo e mediterraneo rese rese facile la loro coltivazione.
Il suo colore giallo e brillante e la sua affinità con il sole e il calore porta la magia naturale del cinquecento a considerare il limone come cibo prezioso in grado di trasmettere i poteri del sole attraverso energia vitale.
La fioritura a ciclo continuo durante tutto l’anno con la presenza contemporanea di fiori e frutti, porta ad attribuire al limone importanti significati di carattere sacro e religioso, ponendolo come simbolo del paradiso terrestre. Questo spiega la frequente presenza dei limoni in varie opere religiose raffiguranti il Paradiso, come per esempio nella Pala d’altare di Santa Lucia de Magnoli di Domenico Veneziano.

Domenico Veneziano, Pala santa Lucia dei Magnoli, Galleria Uffizi, Firenze
Domenico Veneziano, Pala santa Lucia dei Magnoli, Galleria Uffizi, Firenze

Nei dipinti del 1400 è ricorrente l’associazione del limone alla Vergine Maria, in quanto frutto profumato e di bella forma ma in particolare per il loro aspetto salvifico: infatti secondo una leggenda risalente a Plinio il vecchio, limoni e cedri erano degli efficaci antidoti contro i veleni, quindi simbolo di salvezza e di vita.
Tra il millecinquecento e milleseicento si fa sempre più forte l’interesse per il mondo naturale, si affinano le tecniche si coltivazione, si approfondiscono gli studi di botanica e nascono i primi giardini a scopo ornamentale scientifico. Questo nuovo campo conoscitivo investe anche l’arte a porta alla nascita di un nuovo filone di produzioni figurative, quello della natura morta, dove limoni, e agrumi in genere, considerati alla stregua di beni preziosi e rari, hanno un ruolo di particolare rilevanza.
A questo periodo risalgono delle immagini di limoni e agrumi create da artisti che hanno lavorato al fianco di scienziati per creare un archivio visivo sulle specie autoctone ed esotiche presenti nei sempre più numerosi giardini botanici. In questo tipo di rappresentazioni è ammirabile e affascinante la precisione dei dettagli.
Al fianco di tale genere di produzione si collocano le opere vere e proprie di natura morta, sicuramente conosciute e apprezzate da un pubblico più vasto. Uno dei primi artisti a praticare questo tipo di raffigurazioni è stato l’italiano Giuseppe Arcimboldo che si divertiva a ricrea volti di uomini e donne partendo da composizioni di frutta e verdura.

Giuseppe Arcimboldo, Inverno ( Louvre, Parigi)
Giuseppe Arcimboldo, Inverno ( Louvre, Parigi)

La natura morta si diffonde in tutta l’Europa con caratteristiche particolari nella varie zone.
Il limone compare spesso nelle nature morte e nelle scene di cucina soprattutto fiamminghe e spagnole. I quadri degli artisti fiamminghi mirano a mettere in risalto la materia degli oggetti raffigurati (cesti di fiori o frutta circondati da vari oggetti) per trasmettere anche la ricchezza della borghesie mercantile del tempo.
Le opere spagnole invece rappresentate soprattutto da Zurbaran (qui una delle opere più famose), sono più pulite e ordinate con forte utilizzo del chiaro scuro quasi a ricreare scene intime e riflessive.
Ma è con le opere di Bartolomeo Bimbi che il limone trova la massima espressione nelle opere di natura morta. Tra la fine del seicento e i primi del settecento collabora con il granduca di Toscana e sotto sua richiesta elabora quattro grandi tele raffiguranti 112 varietà di agrumi, ora esposte al Museo della Natura morta a Caiano. Il Bimbi dipinge anche dei quadri dove raffigura degli esemplari di limoni dalle forme strane e irregolari, tra cui la Bizzaria. Notevole è l’abilità nel coniugare l’accuratezza del dettaglio con l’espressione pittorica.

Bartolomeo Bimbi, Cedri limoni e arance, Galleria Palatina Firenze
Bartolomeo Bimbi, Cedri limoni e arance, Galleria Palatina Firenze

Durante il XVIII secolo la diffusione massiccia di limoni e agrumi sembra affievolire l’interesse artistico nei loro confronti non rappresentando più l’oggetto esotico e raro alla portata di pochi privilegiati. Questo periodo di apparente oblio si arresta nelle seconda metà dell’Ottocento con alcuni pittori impressionisti che ridanno loro importanza mettendoli in forte evidenza in alcuni quadri. Un esempio sono le opere di Manet che spesso e volentieri mette in primo piano i limoni nelle composizioni di natura morta ma gli dedica anche un un vero e proprio ritratto (qui l’opera conservata al Museo d’Orsay di Parigi).

Da qui seguono altre opere di natura morta di Cezanne e Matisse per arrivare fino a Picasso che nel suo quadro Natura morta con Limoni e arance (qui) rappresenta i soggetti con figure geometriche semplici in sfondo piatto privo di tridimensionalità, caratteristiche peculiari del movimento cubista.
Abbiamo visto quindi come la rappresentazione dei limoni e degli agrumi è cambiata nel corso dei secoli, passando dal simbolismo religioso, alla natura morta realistica e dettagliata fino alla scomposizione cubista.
E dopo aver riscoperto l’importanza visiva del limone nell’arte europea e italiana rinfreschiamoci la memoria sul suo aroma con una fresca e dissetante limonata casalinga.

I limoni, limonata
I limoni, limonata

Una ricetta facile facile che mi è venuta voglia di preparare dopo aver visto cosi tanti limoni.

Ingredienti per la limonata:

Dosi per 1 litro circa di limonata:
  • 100 grammi di zucchero;
  • 100 grammi di zucchero;
  • 4 limoni;
  • foglioline di menta;
  • 1 litro d’acqua.

Preparazione della limonata.

Portate a bollore l’acqua con lo zucchero, aggiungete la scorza (recuperate solo la parte gialla) di un limone e fate cuocere per qualche minuto fino a che tutto lo zucchero si sarà ben sciolto. Lasciate raffreddare. Spremete i 4 limoni e aggiungete il succo filtrato allo sciroppo di zucchero. Diluite con l’acqua (naturale o gasata se preferite) e insaporite con le foglie di menta. Lasciate riposare in frigo per almeno mezz’ora prima di servire.

I limoni, limonata
I limoni, limonata

Bibliografia:

Il Cibo e la tavola, Silvia Malaguzzi.

www.colturaecultura.it

10 Risposte a “I limoni nella pittura”

  1. bel racconto con il ruolo non indifferente che questo frutto ha avuto nella storia dell’arte , bello e grazie anche della ricetta, visto che andiamo incontro all’estate non è male, brava hai fatto scoprire cose che agli occhi di chi guarda un quadro non sono visibili, che bella questa giornata, brava

  2. Il tuo approfondimento mi piace moltissimo! Un percorso monotematico davvero interessante, indispensabile per noi “mediterranei” che amiamo così tanto il limone.
    Grazie per il tuo contributo, un valore aggiunto alla GN del Cibo nell’Arte.
    Buona domenica, bacioni!

  3. … e finalmente “approdo” anche qui, sui tuoi limoni. Incredibile come il tema di questa giornata abbia stimolato i partecipanti a parlare di artisti e opere più disparati. Il tuo post l’ho “bevuto” fino in fondo, perché è fresco e dissetante, proprio come la tua limonata. Apre la mente, fa sognare e ricordare e… insegna tante cose! Bellissimo contributo, Cristina. Un bacio

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